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L'impatto dei comportamenti d'acquisto sulla città e il territorio è ormai chiaro. Prima le dinamiche insediative della grande distribuzione organizzata hanno condizionato la forma della città, delle sue periferie e ipotecato pesantemente il paesaggio. Ora, gli esiti della cosiddetta "rivoluzione logistica" a scala internazionale, che ha modificato radicalmente il rapporto fra produzione e circolazione delle merci, determinano nuovi assetti territoriali e fanno emergere nuove criticità. Il quadro urbanistico nazionale, con le sue declinazioni regionali, a cui mancano anche le parole per descrivere il fenomeno, non offre molti strumenti ai decisori pubblici per governare questa nuova modalità di consumo di suolo. Si rende necessaria una presa di coscienza collettiva per trovare soluzioni sostenibili, accompagnate da norme puntuali, sia a scala territoriale che urbana, fino all'ultimo miglio, in cui cercare di adottare soluzioni di prossimità che sappiano fare sintesi delle istanze di transizione digitale ed ecologica, resilienza e coesione sociale.